Fernanda Pivano, deceduta martedì scorso all'età di novantadue anni, rappresenta uno dei personaggi più significativi della cultura in Italia. Il suo merito è stato quello di aver contribuito in modo decisivo, con le sue traduzioni ed i suoi viaggi, a divulgare nell'Italia provinciale degli anni 50, le opere che scaturirono da quel fervore che animò la letteratura americana nel periodo della cosidetta "beat generation". Fernanda Pivano, nonostante fosse una studiosa donna, nell'Italia ancora chiusa di quel periodo, riuscì presto a creare un ponte ideale con l'America mettendo quei semi i cui germogli avrebbero influito profondamente sulla cultura italiana successiva.
Un premio dedicato alle traduzioni ed intitolato a Fernanda Pivano. Lo propone il del Comune di Milano e la prima edizione del Premio si terrà nel 2010, in occasione della manifestazione «Giornate della lettura - Alza il volume». Per il sindaco di Milano, Letizia Moratti, con Fernanda Pivano «scompare una raffinata e instancabile cercatrice di bellezza. Milano, la sua città di adozione, le dedica oggi il suo abbraccio grato e commosso».
Riportiamo l'articolo comparso su "Repubblica" che rievoca la sua vita.
"I miei adorati scrittori americani mi accompagnavano durante la guerra facendomi coraggio con le loro storie". E lei, Fernanda Pivano, la compagna italiana degli scrittori americani, si è spenta in una clinica privata di Milano, un mese dopo il suo novantaduesimo compleanno.
Scrittrice, giornalista, traduttrice e critica, nasce a Genova il 18 luglio 1917. A ventiquattro anni - e in piena seconda guerra mondiale - si laurea in Lettere con una tesi in letteratura americana su Moby Dick. Il capolavoro di Melville è la chiave che le apre la porta sul mondo della grande letteratura made in Usa. Nel 1943, pubblica la prima parziale traduzione dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
Il suo mentore è Cesare Pavese, già suo professore al liceo D'Azeglio di Torino e il primo di una serie di incontri fondamentali, tra cui quello con il marito, il grande architetto e designer Ettore Sottsass. L'incontro del 1948, a Cortina, è con Ernest Hemingway. Nasce un rapporto di amicizia e di lavoro. Nel 1949, Mondadori manda in stampa la traduzione di Addio alle armi. La Pivano sarà la maggiore curatrice delle opere dell'autore de Il vecchio e il mare.
Il primo viaggio negli Stati Uniti è del 1956. Al suo ritorno, porterà in Italia la poetica, le pagine di letteratura e di vita della beat generation. Di Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti e poi William Burroughs. La prefazione a Sulla strada di un certo Jack Kerouac è sua. Negli anni successivi, traduce Allen Ginsberg, ma anche Bob Dylan. Il suo approccio alla letteratura non conosce steccati. Di Fabrizio De Andrè dirà, prima di altri, "è il più grande poeta italiano del Novecento".
Intanto, inizia a raccogliere i ricordi dei grandi che ha incontrato: Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Dorothy Parker, William Faulkner. Tutti protagonisti del suo libro I mostri degli anni Venti, del 1976. Seguono l'intervista a Charles Bukowski, Quello che mi importa è grattarmi sotto le ascelle e una fondamentale biografia di Hemingway.
I suoi Diari (1917-1973), pubblicati da Bompiani, sono una messe di aneddoti ed episodi tratti da una vita straordinaria. Negli ultimi anni, la Pivano continua a promuovere e a riconoscere il talento dei nuovi narratori d'America: Bret Easton Ellis, Chuck Palahniuk, David Foster Wallace. Il suo amore per la musica la porta a partecipare al video di Luciano Ligabue, Almeno credo, e a partecipare alla realizzazione del disco di Morgan omaggio-remake a De Andrè, Non al denaro, non all'amore né al cielo.
I funerali si svolgeranno venerdì a Genova, nella basilica dell'Assunta in Carignano. La stessa dove si celebro, dieci anni fa, l'addio all'amico poeta De Andrè.
(18 agosto 2009)