di seguito la lettera aperta al sindaco di Roma Gianni Alemanno
On.le Sindaco,
come Amministratore della Capitale d’Italia Le sarà certamente noto che Roma vanta dei ben tristi primati tra le principali capitali europee: la più alta densità di auto d’Europa, da cui deriva il più alto tasso di inquinamento atmosferico e il più alto tasso di incidenti stradali, il più basso sviluppo delle metropolitane e della rete ferroviaria suburbana, una rete tranviaria quasi inesistente
Nonostante questo si continuano a progettare e a realizzare opere che favoriscono anziché scoraggiare l’uso dell’auto privata. Tra queste si segnalano gli anacronistici parcheggi a ridosso o addirittura dentro la città storica “patrimonio del mondo”, in contrasto con gli orientamenti oramai prevalenti nelle maggiori città europee (v. la decisione del Sindaco di Londra di vietare i parcheggi al servizio del grattacielo di Renzo Piano).
Il caso più clamoroso, oggetto da tempo di infuocate polemiche, è quello del Pincio, presentato dalla Giunta Veltroni come una struttura destinata a liberare il tridente dalle auto, ma che in realtà non è altro che l’ennesima speculazione a favore di pochi e a danno di Roma e dei suoi abitanti
Non Le scriviamo oggi, tuttavia, per ricordare e ribadire nuovamente le molte specifiche ragioni, di ordine giuridico, urbanistico, culturale, artistico, archeologico, che ormai Lei ben conosce e che da anni ci hanno fatto schierare, assieme a tanti uomini di cultura, Associazioni ambientaliste, Istituti ed Istituzioni prestigiose, Organi di stampa contro un’opera destinata a manomettere e deturpare definitivamente uno dei luoghi storici più belli del mondo.
Ci rivolgiamo a Lei per chiederLe coerenza con l’aperta avversione da Lei manifestata, nel corso della Sua compagna elettorale, contro questo pessimo esempio della incultura della “valorizzazione economica”.
Un Suo NO al Parcheggio del Pincio avrebbe un valore liberatorio rispetto alle le politiche delle precedenti Giunte, sempre più attente con il trascorrere degli anni agli interessi dei costruttori, dei poteri forti della Città e sempre più sorde alle richieste, ai problemi, alle preoccupazioni dei cittadini, e delle Associazioni e Comitati che li rappresentano, alle loro istanze di partecipazione, di dialogo e di confronto.
Un Suo NO al Parcheggio del Pincio darebbe il segnale di una discontinuità con il cosiddetto “modello Roma”, che spinge la città all’omologazione, alla perdita di memoria e identità, alla svendita sul mercato globale del suo patrimonio di beni comuni, allo svuotamento del centro storico dei suoi abitanti per ridurlo a luogo di passaggio per folle effimere di turisti, all’infinito e indefinito consumo del territorio, con un’idea di modernità male interpretata e peggio esibita, basata sulla competizione, sulla spettacolarizzazione degli eventi mediatici, sul primato della velocità e della motorizzazione privata, sulla realizzazione di presunte grandi opere.
On.le Sindaco non deluda le speranze e le aspettative dei tanti che sono sensibili alla tutela del: patrimonio culturale di Roma: cancelli definitivamente questa vergognosa pagina della storia cittadina, per non passare alle cronache romane come il Sindaco che ha partecipato allo scempio del più bel Belvedere del mondo e dello straordinario complesso del Valadier.
Roma 3/08/2008
Le Associazioni ed i movimenti in difesa del Pincio.