L' appello di Alex Zanotelli: l'acqua deve essere di tutti

Data di pubblicazione: 
Thursday 05 November 2009
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Alex Zanotelli di Alex Zanotelli

“È un bene comune, un diritto fondamentale dell’umanità: per rispetto alla democrazia l’acqua deve essere di tutti” Non avrei mai immaginato che il paese di Francesco d’Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” diventasse la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua. Un mese fa abbiamo avuto l’ultimo tassello che ha portato alla privatizzazione dell’acqua. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 9/09/2009 delle “Modifiche” all’articolo 23 bis della Legge 133/2008.

Queste “Modifiche” sono inserite come articolo 15 in un Decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari. Una prima parte di queste Modifiche riguardano gli affidamenti a privati dei servizi pubblici locali, come gas, trasporti pubblici e rifiuti.

Le vie ordinarie – così afferma il Decreto – di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è l’affidamento degli stessi, attraverso  gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40% ed essere socio ”industriale”. In poche parole questo vuol dire la fine delle gestioni attraverso SPA in house e della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SPA quotate in borsa.

Questo decreto è frutto dell’accordo tra il Ministro degli Affari Regionali, Fitto e il Ministro Calderoli. E questo grazie anche alla pressione di Confindustria per la quale in tempo di crisi, i servizi pubblici locali devono diventare fonte di guadagno.
E’ la vittoria del mercato, della merce, del profitto. Cosa resta ormai di comune nei nostri Comuni? E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, oggi, portata avanti brillantemente dalla destra. A farne le spese è sorella acqua. Oggi l’acqua è il bene supremo che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’incremento demografico.

Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta politica gravissima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese, ma soprattutto dagli impoveriti del mondo ( in milioni di morti per sete!). Ancora più incredibile per me è che la gestione dell’acqua sia messa sullo stesso piano della gestione dei rifiuti! Questa è la mercificazione della politica! Siamo anni luce lontani dalla dichiarazione del Papa Benedetto XVI nella sua recente enciclica Caritas in veritate dove si afferma che l’”accesso all’acqua” è” diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzioni e discriminazioni”.Tutto questo è legato al diritto primario della vita”.La gestione dell’acqua per il nostro Governo è assimilabile a quella dei rifiuti! Che vergogna! Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari. E’ la morte della politica!

Per cui chiedo a tutti di:
- protestare contro questa decisione del governo tramite interlocuzioni con i parlamentari, invio di e.mail ai vari ministeri…
- chiedere ai parlamentari che venga discussa in Parlamento la Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, che ha avuto oltre 400mila firme e ora ‘dorme’ nella Commissione Ambiente della Camera;
- chiedere con insistenza alle forze politiche di opposizione che dicano la loro posizione sulla gestione dell’acqua e su queste Modifiche alla 23 bis;
- premere a livello locale perché si convochino consigli comunali monotematici per dichiarare l’acqua bene comune e il servizio idrico “privo di rilevanza economica”;
- e infine premere sui propri consigli comunali perché facciano la scelta dell’Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico: è l’unica strada che ci rimane per salvare l’acqua.
Sarà solo partendo dal basso che salveremo l’acqua come bene comune, come diritto fondamentale umano e salveremo così anche la nostra democrazia.
E’ in ballo la Vita perché l’Acqua è Vita.

I 70 anni di padre Alex Zanotelli sono anni movimentati. Ha studiato in Italia e Stati Uniti. Missionario comboniano, prima esperienza in Sudan dove le autorità cominciano a tormentarlo: minacce e pressioni. Torna a Verona, diventa direttore di Nigrizia, giornale che raccoglie testimonianze e riflessioni dei missionari sparsi nel mondo. Ma Zanotelli ha scoperto chi nutre le guerre.

Ne conosce le terribili sofferenze . E Nigrizia diventa il giornale che testimonia le nostre disattenzioni e i nostri affari. Fabbricazione di armi e mine antiuomo, per esempio. Si arrabbiano politici illustri: Craxi, Andreotti, Forlani. Zanotelli deve lasciare. Nel 1989 va a Nairobi e sceglie di vivere nell’inferno di Korogocho, sterminata bidonville africana dove non entra nemmeno la polizia.

Diventa fratello e protettore dei più deboli. Nei suoi diari strazianti racconta di adolescenti con genitori moribondi per aids. Non sanno come vivere. Gli chiedono il permesso di prostituirsi con turisti europei negli alberghi a cinque stelle. Mantengono la famiglia così. Torna in Italia: sceglie di vivere nel quartiere Sanità di Napoli in un vecchio campanile crollato dal quale ricava due piccolissime stanzette. La sua battaglia in difesa dell’acqua lo ha trasformato nel simbolo dell’uomo di pace e giustizia che non si arrende. Ha fondato i beati Costruttori di Pace e Rete Lilliput.