"OLTRE IL SILENZIO DELLE ARMI. L’AGENTE ARANCIO E LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA CHIMICA IN VIỆT NAM" A cura di Sandra Scagliotti e Nicola Mocci AIPSA, Cagliari 2008 - In copertina, "configurazioni sotto terra”, dipinto su tela di Vũ Trung Anh,
Copie del libro possono essere richieste a Associazione Nazionale Italia-Viet Nam, Sede regionale Lombardia – Roberto Cocevari - Orari martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00, Tel. 02 /796. 914 - Mail: ass.italia-vietnam@libero.it
L' attualità della questione dell’agente arancio:
“Che mai più vi siano guerre come quelle di Hiroshima, del Việt Nam, dell’Iraq; che mai più vi siano guerre in alcuna regione del mondo“ - dice in un accorato appello Nguyễn Thị Bình, celebre esponente della politica vietnamita e presidente onorario della VAVA - (Vietnam Association For Victims of Agent Orange, Associazione vietnamita in favore delle vittime dell’agente arancio).
La signora Binh, oggi leader della campagna in favore delle vittime vietnamite, chiede giustizia e invita ad unirsi alla sua lotta per la pace e per l’eliminazione di ogni guerra chimica, ogni arma di distruzione di massa o altra sofisticata arma moderna: “i vietnamiti - dice - non si piangono addosso, ma si rimboccano le maniche nei ‘villaggi della pace’ che ospitano le vittime e promuovono, di concerto con il governo e la Croce Rossa del Việt Nam, azioni di informazione ed anche azioni legali, con il supporto di associazioni internazionali - fra cui l’Associazione France -Viet Nam e quella Italia-Viet Nam”…
Nipote del patriota Phan Chu Trinh, Nguyễn Thị Bình, studiò al Lycée Sisowath e lavorò poi come un insegnante durante la colonizzazione francese. Tra il 1945 e 1951, prese parte a vari movimenti intellettuali contro i colonialisti francesi: per questo venne arrestata e imprigionata nelle carceri di Sài Gòn dall'autorità coloniale. Divenuta membro del partito comunista nel 1948, durante la guerra del Việt Nam fu parte del comitato centrale del Fronte nazionale di liberazione. Nel 1969, venne nominata Ministro degli Esteri del Governo rivoluzionario provvisorio della Repubblica del Sud Việt Nam e giocò un ruolo importante nella firma degli Accordi di pace di Parigi. Dopo la guerra, fu nominata Ministro dell'Educazione della R.S. Việt Nam ed eletta vice-presidente della Repubblica nel 1992.
1975-2005, una mobilitazione internazionale
Il 30 aprile 2005 ha segnato l'avvio di una Campagna mondiale di sensibilizzazione sui danni dell'agente arancio - guidata dall’Associazione di amicizia France-Viet Nam. In numerose città del mondo, in quella data, si sono svolte, in contemporanea, manifestazioni in favore delle vittime dell'agente arancio, a riprova di una solidarietà internazionale mai del tutto sopita.
In Italia si sono tenute iniziative a Torino, presso la sede dell’Ass.Nazionale Italia-Viet Nam, con la partecipazione di numerosi sostenitori della campagna. Il 30 aprile 2005 ha altresì segnato il trentesimo anniversario della fine della guerra del Việt Nam; a trent'anni di distanza, tuttavia, intere famiglie vietnamite soffrono ancora degli effetti delle armi chimiche utilizzate dagli americani in Việt Nam dal 1961 al 1971.
Ancora oggi, in Việt Nam, più di un milione di persone sono affette da malattie gravi, cancro e handicaps, derivati dallo spargimento di defoglianti ed erbicidi - in particolare il micidiale agente arancio, contente forti quantità di diossina; 200.000 bambini costituiscono la terza generazione di vittime colpite da malformazioni e disfunzioni gravi del sistema immunitario e nervoso, dovute alla contaminazione dell'ambiente con le armi chimiche. Le iniziative mondiali dell'aprile 2005 hanno proposto un' azione simbolica per celebrare la pace e la nuova prosperità del Việt Nam, con la finalità di sostenere la VAVA, che ha intentato causa contro le industrie chimiche americane e sta lottando affinché un aiuto sociale e sanitario sia apportato a tutte le famiglie colpite.
Un libro e un nuovo segnale d’al¬ler¬ta
L’appello della Signora Bình è stato sottoscritto e promosso dal Lien Viet Nam/Vietnam link, network di Associazioni europee di amicizia con il Việt Nam, cui per l’Italia, aderisce l’Associazione Nazionale Italia-Viet Nam, presieduta dal Senatore Fausto Cò. Le iniziative sono proseguite negli anni successivi e l’Associazione France-Viet Nam, in primo luogo, ha fatto onore all’appello della Signora Binh, con questa pubblicazione, la più recente ed aggiornata, a livello internazionale sul tema dell’agente arancio. In volume documentato e obiettivo, redatto da specialisti di differenti discipline, vengono esaminati i vari aspetti della questione.
Oltre il silenzio delle armi. L’agente arancio e le conseguenze della guerra chimica in Việt Nam, vuole essere un nuovo segnale d’al¬ler¬ta, per la coscienza di un’umanità che oggi continua a misurarsi con la violenza. Si tenta qui di far conoscere un problema troppo a lungo trascurato dai mass media e dall’opinione pubblica e soprattutto di portare il lettore a raggiungere il cuo¬re del soggetto, analizzato in molteplici prospettive: sanitaria, ambientale, scientifica, umanitaria, so¬cia¬le, giuridica e politica.
Si cerca cioè di fare il punto sulle conoscenze acquisite (e sulle incertezze che re¬stano da sondare) ed illustrare le azioni realizzate sino ad oggi in tutti questi campi. Numerosi sono i personaggi di rilievo nell’ambito degli studi vietnamiti d’oltr’alpe che hanno apportato il loro contributo: da Charles Fourniau a François Gros, da Jean Meynard a Yvonne Capdeville e ancora Vo Quy, Sylvaine Cordier e Denis Bard, Jacques Maître e Bernard Doray, Monique Chemillier-Gendreau, Pierre Vermeulin e Francis Gendreau.
L’edizione italiana
Esce oggi l’edizione italiana del volume - curata da due studiosi dell’Asia sud-orientale, Sandra Scagliotti e Nicola Mocci - che prevede un aggiornamento contestuale all’evolversi degli eventi giuridici su scala internazionale. Il giovane artista vietnamita Vũ Trung Anh, stagista presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, ha fornito l’immagine di copertina, con il dipinto “Configurazioni sotto terra”.
“Il Viet Nam, paese di ricca e antica cultura - dicono i curatori dell’edizione italiana - ha celebrato nel 2005 due date importanti: i trent’anni della liberazione di Sài Gòn e i 60 della proclamazione della Repubblica. A tanti anni di distanza, questo Paese, grande press’a poco quanto l’Italia - ma con una popolazione di circa ottanta milioni di abitanti - prosegue un’esperienza sociale ed economica di grande interesse. Se alcuni risultati economici appaiono sorprendenti e, se è vero che il Việt Nam non ha perso la pace, come talune Cassandre dell’Occidente hanno spesso ipotizzato, è pur vero che numerosi problemi permangono oggi irrisolti. Fra questi, la gravosa eredità di un conflitto che non è finito col silenzio delle armi - perché, non sempre le guerre finiscono quando tacciono le armi - ; ne è prova il tormentato caso dell’agente arancio - agente chimico con cui fu irrorato il Việt Nam - che da quattro generazioni continua a mietere vittime”.
Un libro per conoscere questa realtà e per rammentare l’ancora necessaria e indispensabile mobilitazione di tutte le risorse e di tutti i mezzi possibili per far sì che vengano finalmente portate a compimento le ricerche su questo micidiale agente chimico e soprattutto affinché siano offerti alle vittime le cure ed il sostegno che esse hanno il diritto di a¬ttendersi dalla comunità internazionale. “L’Uomo è capace del meglio come del peggio. E quando il peggio accade, si anela, per reazione, al meglio - ci dice François Gros, del Collège de France che ha seguito i lavori dell’edizione francese. Se qui il peggio è la guerra e le sue conseguenze, il meglio è la solidarietà fra i popoli. Ed è infatti questa che deve oggi esprimersi”.
Il libro è un soprattutto un invito a riflettere sulla giustizia e la pace.
Traendo le dovute lezioni dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, nel 1948 la co¬munità internazionale affermava nel preambolo della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo: Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i componenti della famiglia umana e dei loro diritti uguali e inalienabili costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. Questa esigenza, troppo spesso dimenticata, deve ritrovare il suo posto nei rapporti internazionali, che non possono limitarsi a meri rapporti commerciali.
La que¬stio¬ne dell’agente arancio in Việt Nam deve inserirsi in questa prospettiva.
E, in questa prospettiva, si inserisce Oltre il silenzio delle armi. L’agente arancio e le conseguenze della guerra chimica in Việt Nam, che, come ancora sottolinea François Gros, vuole rivelarsi un segnale sui ri¬schi di quella che René Cassin chiamava la ‘barbarie scientifica’. La scienza deve a¬ve¬re un ruolo di primo piano nei progressi dell’umanità. Ma non deve essere perdere la via - e, per questo, è essenziale mettere in gioco la responsabilità degli scienziati.
Questo libro ci mostra, del resto, come i ri¬cercatori - fra i quali molti scienziati americani - abbiano a più riprese condannato l’uso dei defoglianti in Việt Nam. La comunità scientifica si ispira ad un postulato di carattere metodologico che trascende, per definizione, i confini geografici e politici quando si tratta di avvicinarsi il più possibile al¬la verità, circa le cause obiettive dei grandi fenomeni della natura. È questo, in realtà, il fon¬damento dell’obiettività della scienza.
Ma questa stessa comunità deve dar prova di una vera solidarietà umana, soprattutto nel momento in cui si tratta di cercare i rimedi alle piaghe di que¬sto mondo, soprattutto quando si tratta di offrire ascolto e sostegno a coloro che soffrono, ovunque essi si trovino. Questa stessa comunità deve saper opporre un fronte unito nel rifiuto dell’uso deviato delle scienze e delle tecniche, ovunque questo possa avvenire e indipendentemente da coloro che ne sono artefici...