di Enrico Del Vescovo
Ieri ed oggi, così a breve distanza, non solo di tempo, ma anche di spazio, si sono svolte due importanti manifestazioni, rispettivamente ad Albano Laziale e ad Aprilia. Ad Albano cittadini, associazioni ambientaliste, militanti di sinistra, sono scesi in corteo contro la costruzione dell’inceneritore, un progetto questo che, secondo gli ambientalisti, provocherebbe un ulteriore grave danno all’ecosistema del luogo, già messo fortemente a dura prova.
L’inceneritore, infatti, comporterebbe, oltre all’inquinamento dell’aria attraverso le polveri sottili, in una zona caratterizzata da un’agricoltura di qualità, anche il serio problema di trovare delle discariche speciali per smaltire le ceneri altamente tossiche.
Ma dove si potrà trovare uno spazio idoneo per smaltire le ceneri non lontano dai Castelli Romani senza provocare un serio rischio per l’integrità del territorio?
Sembra impossibile solo immaginarlo...
Pochi chilometri più a sud, oggi, ad Aprilia, l’altra manifestazione.
Un evento decisamente significativo, al quale hanno preso parte numerose realtà non solo locali e laziali, ma anche provenienti da diverse altre regioni d’Italia. La manifestazione, infatti, è stata indetta dal forum nazionale sull’acqua ed ha visto la partecipazione di molti rappresentanti di comuni ed associazioni ambientaliste, scesi in piazza per chiedere la ripubblicizzazione del servizio idrico.
In particolare, i comuni di Bassiano e Formia, hanno chiesto di fuoriuscire dalla società Acqualatina, intendendo riportare le bollette a livelli socialmente sostenibili.
Come sottolinea il comitato contro Acqualatina, infatti: l’acqua è un diritto primario e non può essere trattata alla stregua di tutte le altre merci, soggette alla logica del profitto e del libero mercato.
Occorre tener presente, inoltre, come, a fronte di un aumento spesso vertiginoso delle bollette idriche, registrato in questi ultimi anni, si è assistito anche ai reiterati decreti regionali concernenti la deroga alle caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano per i parametri arsenico, fluoruro, vanadio e selenio. Tale circostanza si è verificata in numerosi comuni laziali: Albano, Ciampino, Aprilia, Cisterna, Cori, Sermoneta, Sezze, Castelforte, Roccamassima, Latina, Anzio, Nettuno, Priverno, Sabaudia, San Felice Circeo ( decreto regionale del 23 aprile 2007 ).
Pertanto si direbbe che i cittadini devono subire non solo bollette più care, ma pure un’acqua che spesso per qualità è fuori dai limiti di legge.
Tuttavia il successo delle manifestazioni di ieri ed oggi, avvenute in presunti luoghi "tranquilli" di provincia, su temi nuovi per la politica locale, sembra stia a dimostrare come anche l'opinione pubblica locale, sulla spinta di argomenti nuovi, stia subendo una significativa evoluzione, dimostrando una insospettata coscienza critica e capacità di partecipazione attiva, come, del resto, si è già avuto modo di constatare in occasione della recente battaglia contro la turbogas.