di Pavel Bra
L’ossimoro contenuto nel titolo rivela il dramma descritto all’interno. Il dramma di un precario americano che per arrangiarsi a campare è costretto a barcamenarsi tra un’acrobazia e l’altra. In libreria dal 15 ottobre per i tipi di Socrates, “Ammazzarsi per sopravvivere” è un romanzo autobiografico. L’autore, Iain Levison, scozzese di nascita e americano d’adozione, ai tempi in cui scrisse questo libro – sei anni fa – aveva circa quarant’anni e un’inservibile laurea in lettere
aveva cambiato circa quaranta lavori negli ultimi dieci anni, svolti in sei diversi stati degli USA, e tra un impiego e l’altro passava le domeniche mattina a spulciare il giornale degli annunci di lavoro.
Sperava, a quel tempo, che le cose potessero cambiare; pensava addirittura di doversi sbrigare a far pubblicare il libro, perché presto la situazione si sarebbe risolta e le sue testimonianze di lavoratore precario, sottoccupato e sfruttato sarebbero presto divenute un anacronismo all’approssimarsi di un nuovo quanto agognato “American dream”.
Certo non immaginava quel che sarebbe accaduto di lì a non molto, e che quelle acque tumultuose non fossero “rapide da rafting”, come le immaginava, ma le rapide di una cascata in piena regola. Non aveva intravisto – come molti del resto – l’inarrestabile china imboccata dall’economia americana negli ultimi cinque anni, la recessione strutturale, l’esplosione della gigantesca “bolla finanziaria” e i nuovi cinque milioni di persone scivolate sotto la soglia di povertà.
Davanti alle mastodontiche proporzioni di tale crisi, questo romanzo si rivela un preziosissimo pamphlet in grado di testimoniare con grande efficacia – forte di una scrittura tersa e pungente – il quasi declino della più grande potenza mondiale di sempre.
Un “Cahier de doléances” proletario, ricco di aneddoti e sempre pervaso da una grande ironia, vera forza di questo bel romanzo, con cui l’autore riesce a narrare eventi drammatici con leggerezza e comicità in stile Monty Python. È così che tra decine di impieghi in ristoranti, impieghi in imprese di traslochi, annunci di lavoro truffa, improbabili colloqui e l’inferno nella stiva di una nave in Alaska a confezionare gamberi, tutto viene descritto con appassionato realismo senza mai sfiorare l’abisso dell’autocommiserazione.
Il libro è stato tradotto in diverse lingue, diventando presto un caso editoriale in Francia e Germania. L’autore, ad oggi, vive nel North Carolina e si dice faccia il falegname. Nel frattempo non ha mai smesso di scrivere, pubblicando due romanzi tradotti anche in Italia: “Fatti fuori” (ed. Instar Libri) e “Una canaglia e mezzo” (Feltrinelli).
Grandi i riconoscimenti, di critica quanto di pubblico, per questo romanzo che approda oggi in Italia, in tempi di profonda crisi e precarizzazione del lavoro.
Un libro da non lasciarsi scappare, come straordinario documento, piacevolissima lettura e valido antidoto all’ansia; una risata come rimedio ai patologici effetti di un co.co.pro.
Titolo – Ammazzarsi per sopravvivere
Sottotitolo – Le infinite fatiche di un precario americano
Autore – Iain Levison
Traduzione – Eleonora Putignano
Collana – Paesi, parole
Pagine – 160
Formato – cm 13,5 x 20,5
Legatura – Brossura
Prezzo – € 10,00
Pubblicazione – ottobre 2009
ISBN – 978-88-7202-035-7